fatti di scienza
Una rubrica che tratta notizie ed eventi che ci giungono dal mondo della scienza nelle sue varie branche e che hanno un qualche impatto con la sfera delle nostre conoscenze, del nostro vissuto quotidiano, del nostro lavoro di docenti o divulgatori scientifici.
Il linguaggio è semplice e divulgativo ma scientificamente corretto e documentato, nell’ottica di una lettura più attenta della realtà che ci circonda, oltre le banalizzazioni e i toni altisonanti -ma talvolta fuorvianti- che spesso accompagnano la comunicazione odierna.
Per un approfondimento contenutistico e didattico di alcune questioni d’attualità, per invogliare la curiosità verso un’analisi razionale e sperimentale dei fenomeni che accadono attorno a noi e, perché no, dentro di noi
A cura di Ubaldo Busolin
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LA NOSTRA STORIA IN 2 MINUTI
Un lavoro di Marc Brecy frutto del corso video “Cutaway Productions” durante il liceo.
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PACIFIC TRASH VORTEX ovvero la grande isola della spazzatura
Il Pacific Trash Vortex, noto anche come Grande chiazza di immondizia del Pacifico (Great Pacific Garbage Patch), è un enorme accumulo di spazzatura galleggiante (composto soprattutto da plastica) situato nell’Oceano Pacifico, approssimativamente fra il 135º e il 155º meridiano Ovest e fra il 35º e il 42º parallelo Nord.
La sua estensione non è nota con precisione: le stime vanno da 700.000 km² fino a più di 10 milioni di km² (cioè da un’area più grande della Penisola Iberica a un’area più estesa della superficie degli Stati Uniti), ovvero tra lo 0,41% e il 5,6% dell’Oceano Pacifico. Quantunque valutazioni ottenute indipendentemente dall’Algalita Marine Research Foundation e dalla Marina degli Stati Uniti stimino l’ammontare complessivo della sola plastica dell’area in un totale di 3 milioni di tonnellate, nell’area potrebbero essere contenuti fino a 100 milioni di tonnellate di detriti.
L’accumulo si è formato a partire dagli anni cinquanta, a causa dell’azione della corrente oceanica chiamata Vortice subtropicale del Nord Pacifico (North Pacific Subtropical Gyre), dotata di un particolare movimento a spirale in senso orario, che permette ai rifiuti galleggianti di aggregarsi fra di loro.
E qualcuno sta pensando di andare a verificare di persona l’entità di quest’isola. Ecco cosa scrivono su www.dirittiglobali.it :
Scatta l’allarme, parte una spedizione tra Hawaii e California
C’è un settimo continente, ancora più misterioso e inaccessibile dell’Antartide. La sua presenza è evanescente come quella dei territori disegnati a grandi linee sulle carte geografiche del Cinquecento, man mano che arrivavano le prime descrizioni degli esploratori. Per il momento si sa che sta nel Pacifico, tra le Hawaii e la California. Ma le sue dimensioni restano avvolte nella leggenda: c’è chi parla di una superficie come quella del Texas (poco più di due volte l’Italia) e chi lo descrive grande come l’India.
Qualcosa di più si saprà grazie a una spedizione che partirà il 20 maggio dalla California per tracciare la prima mappa dell’area. L’ha organizzata Patrick Deixonne, 48 anni, membro della Società degli esploratori francesi, che già nel 2009 aveva perlustrato l’area dall’alto, limitandosi a volarci sopra. Perché atterrarci è impossibile: il settimo continente è un continente di plastica, un’isola spazzatura aggregata nel corso dei decenni dal gioco delle correnti, dalla potenza del vortice subtropicale del Nord Pacifico. Mentre la terra incognita inseguita dai grandi navigatori del rinascimento era un sogno, questa appare come un incubo: la materializzazione dei danni prodotti da un solo materiale in poco più di mezzo secolo, il periodo in cui la plastica è diventata un oggetto così comune da risultare invisibile, mimetizzata in migliaia di oggetti e di imballaggi. Sfuggendo ai radar della nostra attenzione quotidiana, parte dei 300 milioni di tonnellate di plastica prodotti ogni anno si dà appuntamento al largo delle coste americane, nella più grande discarica galleggiante del pianeta. Giocattoli, spazzolini, bottiglie, buste, reti, sandali si addensano incontrandosi e scontrandosi, erodendosi lentamente fino a trasformarsi, con il passare dei decenni e dei secoli, in pezzetti sempre più minuti, coriandoli di plastica che vengono scambiati per cibo dagli abitanti del mare andando così a seminare disastri lungo l’intera catena alimentare.
E infatti Charles Moore, il fondatore della Algalita Marine Research Foundation che ha individuato per primo il mostro che si stava creando in mezzo al mare, nel suo libro L’Oceano di plastica(pubblicato a gennaio da Feltrinelli) parla di una «spessa zuppa di plastica, una zuppa abbondantemente condita con fiocchi di plastica, con l’aggiunta qua e là di pezzi di plastica grossi come boe, gomitoli di rete, galleggianti, cassette e altri detriti più consistenti».
«Non è soltanto un danno estetico, si tratta di una minaccia per la vita marina che si fa di anno in anno più grave», ricorda Katrin Schroeder, oceanografa del Cnr di Venezia. «Tartarughe e delfini si impigliano nelle reti abbandonate, che li avvolgono in una trappola mortale. E poi c’è l’impatto sui pesci e sugli uccelli acquatici che ingeriscono plastica fino ad esserne soffocati. Purtroppo ancora non conosciamo la dimensione esatta di questo fenomeno, servono più informazioni sulle concentrazioni di microplastiche sospese nella colonna d’acqua».
Le Nazioni Unite calcolano che ogni giorno 5 milioni di pezzi di plastica vengono scaricati in mare: per ogni chilometro quadrato di oceano ce ne sono 13 mila. Un’invasione senza confini. Anche nel Santuario dei cetacei, tra Corsica, Costa azzurra e Toscana, secondo uno studio condotto dalla biologa Maria Cristina Fossi e da altri ricercatori dell’università di Siena, la concentrazione di frammenti di plastica minaccia le balene. Nelle microparticelle sono infatti presenti sostanze chiamate distruttori endocrini che alterano gli ormoni sessuali creando una tendenza all’ermafroditismo capace di mettere in pericolo i cetacei.
Problemi che meriterebbero più attenzione, ma la ricerca sul campo è difficile. La spedizione di Patrick Deixonne era stata organizzata per il maggio del 2012. La goletta con gli strumenti di rilevazione era stata però bloccata in partenza da un guasto alla pompa dell’acqua prodotto da una busta di plastica. Sistemato il problema, nuovo tentativo e nuovo stop: una rete da pesca aveva rotto il timone. Il settimo continente è una conquista dura.
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25 APRILE 2013: 60ESIMO ANNIVERSARIO DELLA SCOPERTA DELLA DOPPIA ELICA DEL DNA
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LA DOMENICA DELLE PALME… E DELL’ULIVO E LE UOVA E LA COLOMBA
AUGURI!!!
In questo giorno la Chiesa ricorda il trionfale ingresso di Gesù a Gerusalemme in sella ad un asino, osannato dalla folla che lo salutava agitando rami di palma (cfr. Gv 12,12-15). La folla, radunata dalle voci dell’arrivo di Gesù, stese a terra i mantelli, mentre altri …
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PRIMAVERA
Potrebbe sembrare la notizia dell’anno, ma non è così, perché, in realtà, capita molto spesso, che la primavera cominci il 20 marzo, invece che il 21. Anzi, è più la regola che l’eccezione. La primavera, infatti, …
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BARRIERE CORALLINE – epicentro di diversità
Francesco Ricciardi è stato uno mio studente, diciamo una ventina di anni fa. Ora è biologo marino, esperto sub, fotografo e giramondo, con una speciale predilezione per i mari del Sud e la straordinaria biodiversità della barriera corallina. Al ritorno dai suoi viaggi, non manca mai di proporre al suo prof di Scienze di allora, e alle classi in cui ancora insegna, un reportage di quei luoghi straordinari...
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COLTAN, IL DRAMMA DELL’AFRICA IN UN CELLULARE
La columbite-tantalite o columbo-tantalite (abbreviata anche come coltan) è una miscela complessa di columbite (Fe, Mn)Nb2O6 e tantalite (Fe, Mn)Ta2O6, due minerali della classe degli ossidi che si trovano molto raramente come termini puri. L’estrazione del mix di columbite e tantalite, essenziale per la maggior parte dei congegni elettronici, alimenta l’infinita guerra civile del Congo.
Quanto costa davvero un telefonino? …
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ASTEROIDE E SATELLITI, INCONTRO RAVVICINATO DI SAN VALENTINO, O QUASI
L’asteroide 2012 DA14 il 15 febbraio 2013 sfiorerà la Terra.
Precisamente alle 20.25 l’asteroide2012 DA14, con un diametro di circa 40 metri, sfiorerà la Terra…